La Città (15 mt., ab. 207.199) gode di una posizione incantevole sullo Jonio. Le sue origini, secondo un'antica leggenda, risalgono a circa 1200 anni prima della fondazione di Roma, quando cioè Tiras (o Taras), figlio di Nettuno, approdò nei pressi dell'attuale Città, ove è oggi la foce del fiume Tara.
Leggende a parte, Taranto fu un’importante colonia greca fondata da Spartani, anzi divenne la più grande città della Magna Grecia. La popolazione nell’epoca del maggior rigoglio toccò i trecentomila abitanti ed era protetta da un circuito di mura di quindici chilometri (le mura della Roma serviana arrivavano a nove chilometri). Grandi ricchezze affluivano in città: la campagna era fertilissima, il mare pescoso e per le vie dell’abitato sorgevano grandi officine come quelle in cui veniva manipolata la “porpora” ed il “bisso”. La città si riempì di grandiosi monumenti, sorsero terme, teatri, templi, musei. Lisippo eresse un colosso in bronzo, rappresentante Ercole, che era considerato una delle meraviglie del mondo. Ma il tarlo del lusso cominciò a rodere dall’interno la società tarantina. Il pretesto per il grande scontro con la potenza romana fu offerto dagli stessi tarantini, allorché la plebe infangò la tunica di un ambasciatore romano in un teatro gremito di folla. Le ostilità si aprirono e a nulla servirono gli elefanti che Pirro, re dell’Epiro ed alleato della città, mise in campo per spaventare le legioni della forte Roma. Successivamente Taranto si schierò ancora contro Roma alleandosi con Annibale; ma il suo destino era ormai segnato: i romani vincitori fecero man bassa delle ricchezze dell’ex colonia Greca. Con la caduta dell’Impero Romano d'Occidente cominciarono le grandi invasioni: Ostrogoti, Arabi, Saraceni. Questi ultimi, in particolare, si accanirono con ferocia e crudeltà contro Taranto, riducendola ad un mucchio di macerie, sulle quali sorse, dov'è l'attuale Città Vecchia, un villaggio bizantino che con gli anni passò ai Normanni, agli Svevi, agli Angioini, agli Aragonesi ed ai Borboni. Con l’unità d’Italia nel 1866 lo Stato Sabaudo deliberò la costruzione nella città della base navale.
Dieci anni dopo la marina militare si stabilì nel Castello Aragonese e terminarono i lavori di scavo del Canale Navigabile. L’anno successivo fu inaugurato il Ponte Girevole. Negli anni sessanta Taranto moderna ha subito una rapida e tumultuosa trasformazione. In un arco di tempo molto breve, da un'economia basata essenzialmente sulle attività marinare e sulla presenza dell'Arsenale Militare, è passata ad un'economia industriale, che fa leva preminentemente sul IV Centro Siderurgico «Sarnesi». Vi si producono tubi, lamiere e lamierini esportati in tutto il mondo. Taranto attualmente si presenta in due parti ben distinte: la Città Vecchia che sorge su di un'isola, oggi al centro di una vasta azione di recupero attraverso opere di restauro di molti edifici da destinare ad attività di carattere sociale e culturale; la Città Nuova, a forma di trapezio i cui lati maggiori sono costituiti dal Mar Grande e dal Mar Piccolo, con strade molto lunghe, ben sagomate, con edifici e complessi edilizi modernissimi. Per visitare la città si può partire dalla Città Vecchia, precisamente da Piazza Fontana, soffermandosi nella Chiesa di San Domenico Maggiore (o San Pietro Imperiale), costruita da Federico II nel 1223, più volte modificata e rimaneggiata. Magnifici sono il portale gotico e il rosone centrale in stile romanico, fusi armonicamente con la duplice scala barocca. L'interno è a croce latina; il soffitto di legno è stato restaurato; anche l'altare maggiore è in stile barocco.
Fatte poche centinaia di metri, si incontra il Duomo, dedicato al Patrono, S. Cataldo, e fondato nel 1071 -72. La facciata è barocca, la cupola bizantineggiante; il Campanile è stato rifatto sull'originale risalente al 1413. Nell'interno si può ammirare il fonte battesimale del 1500: la Chiesa è a tre navate: divise da sedici colonne di marmo sulle quali sono scolpiti i capitelli romani o bizantini. Spicca il meraviglioso e superbo soffitto ligneo a cassettoni (XVII sec.). La Cappella del Santo, in stile barocco, è ricca di statue e di tarsie marmoree del '500, del '700 e dell'800. Sull'altare sono conservate le ossa di S. Cataldo (Santo Irlandese), la cui Statua è tutta in argento; interessante la cripta a grandi arcate, con affreschi bizantini giganti. Dopo aver percorso le vie strette ed a volte tortuose della Città Vecchia, in cui si avvicendano deliziosi angoli e piazzette, si raggiunge Piazza Municipio dove si può ammirare il Castello costruito nel 1481 da Ferdinando d'Aragona. Il Canale Navigabile, lungo circa 400 metri e largo 73, costituisce la principale comunicazione fra il Mar Grande ed il Mar Piccolo; su di esso domina il «ponte girevole», che collega la Città Vecchia alla Città Nuova. Ricostruito nel 1958 ed analogo a quello realizzato nel 1887, il ponte si eleva a 12 metri sul mare, è lungo 86 m. circa, largo 10 e viene aperto per consentire l'attraversamento del Canale alle navi da guerra e mercantili. Superato il «Ponte» ecco la zona nuova della Città (“il borgo”, secondo un termine più caro ai vecchi tarantini) con le vie D'Aquino e Di Palma che ne costituiscono il cuore, dove si affacciano eleganti esercizi commerciali.
In Corso Umberto vi è il Museo Nazionale, uno dei più importanti di Europa, in cui sono conservati vasi e reperti che ricordano lo splendore della Città durante il periodo della Magna Grecia. Notevoli sono alcune sale ricche di vasi, terracotte e maschere di eccezionale bellezza e singolarità. Significativa la "Sala degli Ori", in cui si possono ammirare diademi a lamina d’oro, collanine, anelli, bracciali, orecchini. Nei pressi del Museo, in Via Roma. sorge l'Istituto Talassografico fondato nel 1914 e dotato di acquari e di moderni impianti per le ricerche oceanografiche e batteriologiche. Poco distanti dal Museo si trovano i Giardini del Peripato, nei cui ombrosi viali si può fare una breve sosta per intravedere i due seni del Mar Piccolo e le possenti strutture dell'Arsenale Militare, il più importante d'Italia, costruito nel 1889. Il Lungomare costituisce un'attrattiva di particolare interesse;è senza dubbio tra i più alti d'Italia, da esso si può spaziare su tutto il Mar Grande per ammirare le due isolette che fronteggiano la Città: l’isola di S. Pietro e l’isola di S. Paolo, conosciute anche come le Isole Chèradi. Nella zona orientale della Città, si può visitare la Concattedrale finita di costruire nel 1971, opera del famoso architetto Giò Ponti; in stile gotico-moderno, la sua imponente mole rappresenta una «vela».
Non si può lasciare Taranto senza perdere l'occasione di raggiungere il Ponte «Aldo Moro» (1977), che collega le due sponde del Mar Piccolo. Su di esso - lungo 1250 metri, largo 27 e alto 45 sul livello del mare - sono state realizzate numerose banchine dove è possibile sostare per gettare lo sguardo su tutta la Città, sui due seni del Mar Piccolo, sull'Arsenale Militare, e sulle navi da guerra pigramente ormeggiate: uno spettacolo unico che affascina e attrae in maniera avvincente e suggestiva.
Taranto offre una nutrita serie di manifestazioni di interesse artistico, culturale e religioso, tra cui va sottolineata la Settimana Santa con i suoi «Riti» culminanti nelle due Processioni dell'Addolorata (Giovedì Santo) e dei Misteri (Venerdì Santo) allorché i «fratelli» delle Congreghe dell'Addolorata e del Carmine sfilano, a passo lentissimo, nelle vie cittadine recando sulle spalle splendide e pesanti statue di cartapesta. La Città presenta al visitatore anche una vasta gamma di ritrovi e locali di divertimento, circoli culturali, gallerie d'arte, attrezzature sportive, tra cui fa spicco il moderno galoppatoio “Paolo VI”, dove si svolgono importanti manifestazioni a carattere nazionale. |