Leuca, frazione di Castrignano del Capo, è una stazione balneare che si estende da Punta Meliso a Punta Ristola. Al visitatore appare come una conca che, dolcemente, scende al mare, un mare vivo e vario in cui diventa impercettibile la linea di confine tra Occidente ed Oriente, presente e passato, storia e leggenda. Fu una antica città messapica e sede di Municipio in età romana. Leuca è un nome greco che vuol dire “la bianca (città)”, così appariva illuminata dal sole a chi veniva dal mare. Vicino al piccolo centro c’è Capo Santa Maria, l’estrema punta orientale della penisola, che costituisce lo spartiacque tra il Mare Adriatico ed il Mar Jonio. Su questo roccione è situato il Santuario di Santa Maria di Leuca, o De Finibus Terrae, costruito forse su un antico tempio della dea Minerva. A ricordo del passato culto pagano, all’ingresso del santuario una scritta ricorda in latino: “dove una volta si offrivano sacrifici a Minerva, oggi si raccolgono offerte per Maria madre di Dio”. Il Santuario ha una valenza significativa perché, essendo costruito “all’estremo sud del mondo” si contrappone ad un altro celebre luogo di culto che porta lo stesso nome, Finisterre, che sorge dall’altra parte del mondo antico, all’estremo nord-ovest in Bretagna sulla punta dell’antico porto di Brest. Ai margini del piazzale antistante il Santuario, una Croce in pietra rammenta il pellegrinaggio giubilare del 1900 compiuto in una terra che la tradizione vuole sia stata beneficiata anche dal passaggio di San Pietro, come ricorda la presenza dell’alta colonna con capitello corinzio eretta nel 1694. Molti sono stati da allora gli illustri visitatori di questi luoghi, da San Francesco d’Assisi a Papa Giovanni Paolo II che nel 1990 elevò il Santuario a rango di Basilica Pontificia minore. |