Fondata mentre ancora divampavano le fiamme della distruzione di Troia, Carovigno, l'antica Carbiria poi distrutta dai tarantini, fu una importante località della Messapia, come testimoniano le mura megalitiche e l'acropoli. Successivamente fu romana insieme a Brindisi,tanto è che le monete coniate nel capoluogo recavano, secondo la legenda, la duplice iscrizione "Carb-Brun".
Con le invasioni barbariche Carovigno fu coinvolta nel sistema feudale, e fu governata dai prìncipi Imperiali di Francavilla e poi dai prìncipi Dentice. Nel 1483 fu occupata dai Veneziani sbarcati sulla rada di Guaceto,a poca distanza dal paese. Guardando dall'esterno il paese, è visibile ancora oggi l'organizzazione topografica feudale: una protezione di mura ideali stretta intorno al castello quattrocentesco. Il castello è in carparo, con un imponente torrione di forma ellittica e definito “a mandorla”, raro esempio di architettura militare medievale. Fu voluto da Raimondo Del Balzo Orsini signore di Taranto, appartenne poi alla famiglia dei principi Dentici di Fasso. Secondo alcuni il famoso architetto Francesco di Giorgio Martini, esperto di costruzioni militari, potrebbe aver partecipato alla sua realizzazione con importanti consigli.
La chiesa parrocchiale del paese, nella forma attuale, è del 1873; occupa l’area di un precedente edificio cinquecentesco di cui conserva una rosa sul fianco destro e l’abside della navata sinistra. A quattro chilometri di distanza da Carovigno c'è la grotta-santuario della Madonna del Belvedere,con la cripta scavata nelle viscere della terra. Il santuario,antico di 12 sec.,fu creato al tempo delle persecuzioni contro i cristiani.Nella zona questa Madonna è molto venerata,ed è detta familiarmente anche "Madonna di mancia-mancia”, con chiaro riferimento al grande banchetto che una volta concludeva i tradizionali festeggiamenti di metà Agosto. Legata alla Madonna del Belvedere c’è l'organizzazione del corteo storico(risalente all'epoca bizantina) dei battitori della “‘nzegna”,asta di legno duro con inserita la "insegna" o bandiera di seta. La battitura della ‘nsegna, per meglio dire il lancio della bandiera, apre la gara tra gli ormai conosciuti "Sbandieratori di Carovigno": il migliore è colui che lancia più in alto la sua bandiera in ricordo non di antiche rivalità militari, ma dello straniero che lanciò in alto il suo fazzoletto quando, mentre aiutava un mandriano a cercare la sua mucca, vide dipinta su una grotta l’immagine della Madonna che gli era apparsa in sogno. Di grande effetto sono le ardite evoluzioni con la bandiera prodotte dai battitori, i loro movimenti vengono ritmati da motivi strumentali prodotti da un piffero, un tanburrello,una gran cassa e un tamburo rullante. Spostandoci verso la costa incontriamo graziose marine,come Specchiolla e Santa Sabina.
Di notevole importanza Torre Guaceto, edificata nel 1300 sul litorale con compiti di vigilanza. Oggi è un'oasi di protezione per la fauna stanziale e migratoria di importanza internazionale, riserva marina e sede di un osservatorio presidiato dal WWF. |