Otranto deriva il suo nome dal piccolo fiume Hydruntum che versa le sue modeste acque nel porto. Ha origine messapica. Fu centro greco e poi romano. Nel Medioevo per cinque secoli fu uno dei centri più importanti della dominazione Bizantina e rappresentò la religione cristiana d’Oriente nell’Italia meridionale: tant'è che per lungo tempo la dicitura "Terra d'Otranto" indicò il Salento e l'attuale provincia di Matera. Ai Bizantini si sostituirono i Normanni (1068); sotto Roberto il Guiscardo si cominciò a costruire il grande edificio della Cattedrale, stupendo esempio di architettura romanica, ultimato poi nella seconda metà del sec. XII. Otranto è ricordata soprattutto per la triste vicenda degli 800 martiri cristiani decapitati dai Turchi nel 1480, quando la flotta di Acomat Ahmed Pascià assalì la città incontrando la fiera resistenza della popolazione. Al giovane sultano Maometto II non bastava aver rovesciato l'impero d'Oriente (23 maggio 1453), voleva il Vecchio Continente, e attaccando Otranto preparava una base per attaccare l'Italia. Il 28 luglio del 1480, 1800 uomini sbarcarono da 90 galee , l'ammiraglia portava Ahmed Pascià lo sdentato, il più crudele fra i luogotenenti di Maometto II. All'interno della cittadina c'erano 22000 cristiani affidati a un centinaio di soldati aragonesi che la stessa notte fuggirono atterriti. L’assedio durò quindici giorni e si concluse con la vittoria dei Turchi musulmani che entrarono nella città chiedendo agli abitanti cristiani di abiurare. Alla risposta negativa i nemici entrarono il 14 agosto nella Cattedrale, dove si erano rifugiati il vescovo Stefano Pendinelli e gli ultimi 800 cittadini sopravvissuti, li presero prigionieri, li portarono sul vicino colle della Minerva e li decapitarono. La chiesa li ha proclamati martiri, le loro ossa sono conservate parte nella Cattedrale in sette altissimi armadi, e parte nella chiesa di Santa Caterina a Napoli. Dietro l’altare della Cattedrale vi è il sasso sul quale i Martiri vennero decapitati.Oggi sul colle della Minerva, dove avvenne il massacro, sorge un tempio votivo visitato nel 1980 anche dal papa Giovanni Paolo II. Otranto fu ripresa dagli aragonesi nel 1481 ma, nonostante la ricostruzione e l'iniziale riconquista del ruolo di centro culturale, a partire dalla seconda metà del '600 decadde sempre più, in parallelo alla crescita della potenza della "rivale" Lecce. La parte più antica di Otranto ha perso poco del fascino millenario, conserva ancora oggi l'aspetto orientaleggiante nelle case squadrate e bianche, nei piccoli vicoli. Il Castello, eretto da Ferdinando d’Aragona su una precedente fortificazione federiciana, con le possenti mura abbraccia in modo suggestivo tutto il vecchio centro storico con i balconcini fioriti, i tanti negozietti, le viuzze lastricate di pietra viva che convergono verso la Cattedrale. Dovunque si scorgono le palle di granito lanciate dalle bombarde turche durante l’assedio. La Cattedrale, la più grande della chiese di Puglia, è tutt'ora il fulcro della città e meta di tantissimi turisti. La facciata presenta un bel portale barocco e un rosone della fine del 1400. L’interno è noto per lo splendido pavimento a mosaico (800 mq. di superficie), opera del prete Pantaleone (1163-1166) che ne ideò il disegno e ne diresse i lavori. Questo mosaico raffigura lo specchio di un’epoca, la sintesi di un universo culturale in cui confluiscono tanto i temi dell’occidente, quanto l’eredità della locale tradizione orientale; le figurazioni simboliche attingono al ciclo mitologico alessandrino, carolingio, bretone. Ecco allora un sorprendente ed immenso “Albero della Vita” sorretto da due elefanti, sui suoi rami sono distribuite figurazioni allagoriche che rappresentano la storia dell'umanità: si snodano scene tratte dall’Antico Testamento, dai cicli cavallereschi della Tavola Rotonda, dalle leggende e dal repertorio classico, i segni zodiacali si intrecciano con le raffigurazioni del lavoro umano nei vari mesi dell’anno, e ci sono i mostri dell’Apocalisse, l'Inferno e il Paradiso. A circa tre chilometri a sud di Otranto ci sono i ruderi dell’Abbazzia di San Nicola di Càsole (sec. V-VIII) con annesso cenobio basiliano, un tempo importantissimo centro di cultura: l’edificio fu incendiato pure dai Turchi nel 1480. Ad otto chilometri a nord di Otranto si trovano i due laghi Alimini, circondati da una fitta ed estesa pineta. Confinano con una spiaggia lunga chilometri, dall'arenile finissimo, su cui si riversano d'estate i villeggianti che sostano nella città idruntina. Oggi Otranto è divenuta un’importante località turistica, da maggio a settembre il porto pullula di grosse barche che, spesso di ritorno dalla vicina Grecia, vi sostano volentieri per qualche giorno. Alberghi, camping, villaggi installati tra fitte pinete e splendide spiagge ricche di scogli e di arenili, da Maggio a Settembre sono continuamente pieni di turisti. Per le viuzze del centro storico, strette, tortuose, ma così suggestive e affollate, è un passeggiare continuo, un darsi appuntamento sul tardi in pizzeria, o sul lungomare, o giù al porto, o al pub, o in discoteca. Di sera tantissimi sono i concerti nel Fossato del Castello, e poi ci sono le sfilate di moda, le sagre, la prosa, la festa padronale, le riprese sulle TV nazionali di tavole rotonde o di spettacoli con artisti famosi, il cabaret....Facilmente si incontrano vip seduti nei piccoli bar o confusi tra la folla...Non amano essere disturbati... I giovani affollano il famosissimo Covo dei Mori, un bar sui bastioni con una spendida visuale del porto: per loro la serata inizia alle 24 e finisce all'alba dinanzi a un cappuccino e una brioche calda.... E il mare dal colore "blu Otranto"?? Trovernno il tempo anche per il mare! Il mare naturalmente è la perla di Otranto, un mare così pulito "da bere"... come dice lo slogan. |