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La cartapesta
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Non si conoscono bene le origini e la provenienza della CARTAPESTA.
Solo supposizioni rinviano a mercanti veneti, che, com'è noto, ebbero nel territorio salentino colonie e mercanti, oppure ad influenze trasmesse da Roma tramite Bologna dov'è conservata la più antica statua in cartapesta: un Crocefisso del 1643 nella chiesa dei Servi.
Contaminazione veneta o spagnola a parte, la propagazione della cartapesta coincide con il fiorire di chiese e conventi costruiti per festeggiare la vittoria della Chiesa contro l'eresia luterana. Agli scalpellini, illusionisti della pietra, si chiedeva di personificare la devozione con statue di santi, di Cristi, di Madonne capaci di toccare il cuore dei fedeli. Ben presto l'attenzione degli artefici si spostò dalla pietra al legno e poi alla cartapesta poichè questo materiale era facilmente modellabile.
La lavorazione della cartapesta si diffuse e radicò soprattutto nel basso Salento.Il più antico cartapestaio leccese fu un certo ‘’mesciu Pietru de li Cristi’’, così soprannominato per la sua vasta produzione di Crocefissi; costui era un barbiere che aveva trasformato il retrobottega del suo salone in un laboratorio, dove modellava con la cartapesta le barbe e i baffi che poi avrebbe dovuto spuntare dal vivo.
Interessante è il processo di lavorazione di questo materiale.
Per ottenere la statua dapprima si modella un'anima essenziale di ferro filato, successivamente coperto con un fascio di paglia ricciolina modellata e legata con fili di spago, quindi si definiscono gambe, busto e braccia, si innestano testa, mani e piedi plasmati con la creta. In seguito si veste la figura con fogli di carta con basso contenuto di cellulosa, incollati strato su strato con colla di farina e un pizzico di solfato di rame (che allontana i tarli). La prima fase della lavorazione si conclude con l'essiccazione al sole.
La fase più importante è invece quella della ‘’fuocheggiatura’’ : da essa dipende la qualità dell'opera. In questo momento fondamentale è la pazienza dell'artista che, con dei piccoli cucchiai arroventati, modella la statua ed elimina le piccole imperfezioni subite nell'asciugarsi.
Seguono poi le fasi di ingessatura, stuccatura, levigatura, colorazione e decolorazione dei particolari.
In generale tutto l'artigianato salentino (ferro battuto, terracotta)) è nato e vive grazie al ceto popolare. La cartapesta invece ha sempre avuto un pubblico d'elite, basti pensare che alle origini essa era praticata solo dal clero e dalla nobiltà.
Si può concludere che la cartapesta si è sviluppata esclusivamente a Lecce senza mai raggiungere la provincia. Questo ed altri elementi hanno contribuito a contenere la sua diffusione, a mantenere alto il livello qualitativo dei manufatti e poi a far considerare il cartapestaio alla stessa stregua di un artista, degno di ammirazione e rispetto. |
Altre info: http://www.ikirufilm.com/la-cartapesta-di-lecce-educational |
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